Tra conscio e inconscio: ridimensionare l’opposizione e potenziare la continuità

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Autori
Protagonista del contributo è il concetto di inconscio implicito, un concetto che sta ad indicizzare un inconscio più articolato e più esteso rispetto a quello della psicoanalisi classica e post-freudiana. La rilettura proposta sull’inconscio modifica l’antitesi conflittuale tra l’inconscio, depositario di disfunzionalità, e il conscio sede di insight, proponendo invece uno spazio globale della mente (connectoma) rispetto al quale inconscio e conscio risultano essere due diverse modalità di ‘processamento’ e di elaborazione semantica dei dati esperienziali. Sul fronte del lavoro clinico vengono prospettate alcune ipotesi di lettura e di funzionalità dell’inconscio, inteso come spazio potenziale e evolutivamente progressivo. L’idea di fondo è che un inconscio concettualmente trasformato a livello teorico, parallelamente a livello clinico, permetta di scorgere un inconscio trasformativo ed evolutivo nel paziente.
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