La psicologia dell'arte secondo W.R.D. Fairbairn.

Una possibile lettura relazionale

Pubblicato: 17 gennaio 2020
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Autori

Nei suoi due articoli Prolegomena to a Psychology of Art e The Ultimate basis of Aesthetic Experience, entrambi pubblicati nel 1938, lo psicoanalista scozzese W.R.D. Fairbairn espone quella che, a nostro avviso, può essere cronologicamente considerata come la prima teoria psicoanalitica dell'arte orientata, a differenza di quanto sino ad allora avvenuto negli scritti sul medesimo argomento di Sigmund Freud o di altri Autori di quei tempi, non più da una visione "pulsionale" della Psicoanalisi, bensì secondo ciò che ora, ed almeno da alcuni decenni a questa parte, viene invece definita come "Psicoanalisi della Relazione". Il presente articolo cerca pertanto di mettere in luce sia gli elementi fondamentali di tale innovatrice visione sia, in particolare, alcuni degli aspetti di essa che potrebbero, oggi, ulteriormente essere analizzati per una vera e propria Psicologia dell'Arte basata sulla prospettiva della "Psicoanalisi della Relazione", con alcune considerazioni finali sull'attualità di questo approccio nella pratica clinica contemporanea.

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W.R.D. Fairbairn, Art work, artista, principio di restituzione, relazione, oggetto trovato

Come citare



La psicologia dell’arte secondo W.R.D. Fairbairn.: Una possibile lettura relazionale. (2020). Ricerca Psicoanalitica, 28(1), 87-110. https://doi.org/10.4081/rp.2017.189