MAKING AND UNMAKING BORDERS IN SOUTH ASIA: THE PARTITION OF INDIA AND THE BALOCHISTAN UNREST

Il Balochistan, la più grande provincia del Pakistan, dove si concentra un’enorme quantità di risorse naturali di ogni tipo, dal gas naturale all’oro, collocato in un’area di importanza geopolitica di grande rilievo, all’ingresso del Golfo Persico, è anche uno dei luoghi più instabili al mondo. Il Balochistan è la regione in cui, negli anni dell’occupazione sovietica dell’Afghanistan e, successivamente, dell’operazione Enduring Freedom e oltre, fino ad oggi, sono stati addestrati e armati gruppi combattenti che agivano sia oltre confine, in Afghanistan, sia sul territorio pakistano. Da sempre terra di frontiera, il Balochistan è stato oggetto dei progetti britannici di divisione del subcontinente indiano: qui si concentravano le basi militari e aeree inglesi. Con l’indipendenza di India e Pakistan, era di vitale importanza per Gran Bretagna e Stati Uniti mantenere il controllo militare del Balochistan e lo fecero accorpando la regione a uno stato debole e facilmente manipolabile come il Pakistan. L’articolo ricostruisce i fatti che hanno portato alla partition dell’India, descrivendo nel dettaglio la visione che gli ambienti militari inglesi avevano del Balochistan, offrendo una prospettiva totalmente inedita, visto che, quando si parla della spartizione dell’Asia meridionale, ci si focalizza per lo più su altre zone, come il Kashmir, trascurando aree che hanno avuto altrettanta rilevanza ma che finora sono sfuggite all’attenzione degli studiosi. L’attuale instabilità del Balochistan, dove oggi si incrociano gli interessi di diversi attori, USA, Pakistan, Cina, India, è una conseguenza degli assetti geopolitici incoraggiati nel 1947 dalla Gran Bretagna.